Si pubblica la lettera di Ylenia Scapin, a nome di tutti gli atleti, in ricordo del dottor Matteo Pellicone.

 

  

12 Dicembre 2013

A NOME DEI SUOI RAGAZZI 

 

“Buongiorno Presidente, posso disturbarla? “...e non si si faceva in tempo a chiudere la porta del suo ufficio che Lui era già alle nostre spalle, con le braccia aperte pronto ad accoglierci, lontano da quella scrivania così troppo formale per parlare ai suoi ragazzi. Perché è così che siamo stati abituati noi atleti ad essere accolti da Lui, anche se talvolta ci arrivava anche qualche strigliata. Con il suo modo di porsi però, riusciva ad arrivare a segno, disarmandoci, perché davanti ad un incondizionata stima e rispetto che Lui ci trasmetteva attraverso le sue parole, nulla aveva più la forza di essere detto o fatto.

 

E noi con grande rispetto lo abbiamo veramente vissuto, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Era quella presenza costante, quel puntino bianco in mezzo agli spalti di ogni grande competizione in giro per il mondo, che non mancava mai e che molti di noi cercavano per condividere vittorie e sconfitte. ‘E stato il Presidente che senza tanti conformismi ha indossato magliette portafortuna improbabili che noi atleti sognatori gli abbiamo regalato, considerandolo uno della squadra. Si, perché quello che in tutti questi anni non è mai stato messo in discussione, è stato il suo puro e sincero coinvolgimento in tutto quello che accadeva dentro e fuori dalla materassina ed intorno a noi. E questo lo abbiamo percepito sempre. Anni ed anni di battaglie per noi, sfide impossibili alla ricerca maniacale di quello che era il meglio per i suoi ragazzi. E poi perché era un vincente! E noi in fondo, lo sapevamo bene.

 

Nei ricordi rimarrà il vederlo passare nella mensa di Ostia, fatto che incuteva quel normale timore che però subito dopo si dissolveva grazie ad un suo sorriso, l’abitudine di guardare sotto il portico di fronte alla mensa per notare la presenza o meno della sua macchina, il suo esserci puntuale e costante in tutte le difficili tappe delle nostre carriere. E poi la sua firma chiara ed inconfondibile sui migliaia di riconoscimenti che ha dispensato a tantissimi di noi. Senza mai chiedere un Grazie.

 

La sua avventura in questa vita è stata anche la nostra, come il suo piccolo mondo di Ostia che è stato casa e rifugio per i suoi figliocci. Sotto il suo ponte di comando siamo cresciuti, abbiamo lottato e combattuto, tutti legati da un filo invisibile che inesorabilmente conduceva a Lui. Un uomo amato da noi atleti per l’inconscia consapevolezza che entrambi eravamo uomini e donne fatti di cose concrete. Poche chiacchiere. Pochi discorsi vuoti. Parole giuste e tanti, tanti fatti, con un senso di responsabilità che nessuno potrà mai mettere in discussione, perché in ogni occasione, nel bene e nel male, ci abbiamo insieme messo la faccia. Perché anche Lui, il nostro Presidente, in ogni istante siamo certi che abbia ragionato come se stesse al centro del tatami, sulla materassina di un lottatore o sulla pedana di un pesista. Con tutte le incertezze e le paure che si provano in quegli istanti ma con una sola e chiara missione: decidere. Scelte da fare in una frazione di secondo, con la consapevolezza che ciò avrebbe potuto dare una piega irreversibile alla Storia, nostra e della Federazione.

 

Non potremo dimenticarlo, impossibile. Le sue sortite in palestra durante i nostri allenamenti, il suo volerci essere ad ogni costo. In tutti questi anni lo abbiamo sentito e percepito, perché la sua passione era anche la nostra. Perché noi atleti che regaliamo emozioni, siamo anche esseri ambiziosi ed egoisti e ci nutriamo da sempre di tutto ciò che consideriamo possa farci sentire meglio. Ecco, Lei, Presidente ci ha sempre fatto sentire vincenti. Di forza ce ne ha davvero trasmessa tanta, attraverso tutti i mezzi che erano a sua disposizione.

 

Ma ora i suoi ragazzi la vogliono salutare e negli anni a venire continuare ad onorare con il rispetto e la compostezza di cui lei è stato esempio e maestro, sempre. La nostra forza sarà quella di sentire ancora la sua carica e il conforto nella tranquillità dei suoi gesti, che però non sono mai riusciti a nascondere il grande tifoso che era il Lei.

 

Buon viaggio Presidente, Lei quello che poteva l’ha vinto tutto, ora tocca a noi continuare a farlo, anche per Lei.

 

A nome di tutti

Ylenia